Commentando… (del vescovo Adriano)
Passando per la strada
Qualche giorno fa, passando per la strada, un tale mi ferma e mi parla di ciò che secondo lui va bene, di ciò che potrebbe andare meglio, di ciò che non va proprio bene, sia a livello nazionale che locale, nelle cose pubbliche, nella politica e nella stessa chiesa. Dopo un po’ che ascolto gli faccio cenno che purtroppo devo proseguire e gli dico che sono stati toccati tanti problemi veri che sembrano senza risposta, o che per lo meno le risposte non sono a nostra portata. Mi ha colpito però la domanda finale, che mi è risuonata dentro per un bel po’: “Ma a chi possiamo rivolgerci per avere una risposta? Non c’è proprio nessuno cui possiamo rivolgerci e che possa fare qualcosa?”. Bella domanda! E ho cominciato a pensare partendo da ‘casa mia’, cioè dalla chiesa. Anche noi vescovi e preti siamo così indaffarati che spesso non abbiamo il tempo
di ‘ascoltare’ i bisogni di tanti. E’ vero che anche quando ascoltiamo, molti problemi non li possiamo risolvere, anche se almeno potremmo cercare quello che si può fare. Ci facciamo aiutare dai ‘centri di ascolto’ dove possiamo usufruire della disponibilità di molte persone e della generosità di altre, oltre che della nostra, spero. Mi piacciono quei gesti di ascolto, di contatto, di incontro: gesti che papa Francesco pone! Forse da tanti suoi incontri nascono pensieri concreti che possono rispondere ai problemi delle persone. Ma penso anche al sindaco di una città, agli amministratori, ai dirigenti degli uffici nei quali si prendono o si potrebbero prendere decisioni richieste da molti. Che possibilità e talvolta che disponibilità c’è per ascoltare? Forse è considerato un perditempo rispetto a tutte le altre cose che si pensano di fare, magari senza avere ascoltato le reali necessità! Ma chi sento proprio ‘lontanissimi’ sono quell’immenso stuolo di politici, specie ‘nazionali’ che presentati dai partiti ci è toccato eleggere, a meno di disertare le urne o consegnare scheda bianca, che da mesi e mesi sentiamo dibattere questioni di quasi nessuna utilità per l’intera comunità, che gridano, litigano, si accapigliano per approvare qualche leggina che più che risolvere i problemi della gente, intasa ancor più la vita sociale, civile ed economica. Ma le Leggi tanto attese non arrivano mai, le semplificazioni burocratiche non passano mai, le riduzioni delle spese sono in genere solo di facciata e di poco conto, le grandi riforme giacciono da oltre mezzo secolo; i grandi problemi sono le risse personali e di partito. C’è perfino il tempo di dibattere se papà e mamma si debbano chiamare genitore 1 e genitore 2 (che bello sentire un bambino chiamare ad alta voce: ‘genitore 1, vieni, ho fatto la popò!’; e genitore 1 risponde: ‘chiama genitore 2’!). Ma i problemi delle famiglie con più bambini da mandare a scuola e con genitori senza lavoro chi li affronta! Magari si lamenta la denatalità! Chissà perché per tre mesi prima delle elezione questi politici spendono milioni in comizi, trasmissioni, banchetti, brindisi, regali, per seminare promesse che sono semplici specchietti per le allodole, che siamo noi, e che non risolvono alcun problema serio, se non addirittura lo complicano! E poi chi li vede più! Qualche volta penso che sarebbe bello circondare Camera e Senato, quando sono in riunione plenaria (ma sarà raro!) in 2 milioni di persone e non fare uscire nessuno e non fare entrare nulla, finché non hanno votato le Leggi tanto attese. Forse questo potrebbe essere il vero esercizio della ‘Democrazia’! Non è rivoluzione ma forte invito a chi è stato eletto e ora profumatamente pagato per questo, a fare il suo dovere! (+ Adriano)
da NUOVA SCINTILLA 36 del 29 settembre 2013