COMMENTANDO…
A Cesare quel che è di Cesare, a Dio quel che è di Dio
SPUNTO DAL VANGELO ODIERNO:
“Rendete dunque a Cesare quello che è di Cesare e a Dio quello che è di Dio”
‘Che ci azzecca’ la religione con la vita sociale, civile, economica e politica? Come a dire: quale il compito del cristiano e della Chiesa nel mondo? La predicazione di Gesù e tutta la Bibbia non ha certo quel taglio per il quale Marx accusava la religione di essere ‘oppio dei popoli’! La fede cristiana, vissuta integralmente, non invita certo alla rassegnazione o alla evasione dai compiti terreni dell’uomo. Anzi, spinge il credente ad assumere le proprie responsabilità in tutti gli ambiti della vita umana. E nel tempo è andata maturando sempre più, nella coscienza cristiana, la consapevolezza degli obiettivi da perseguire e da raggiungere. La sensibilità del mondo attuale trova un’eco sempre più profonda nel mondo cattolico e, fortunatamente, non sono pochi i cattolici coerenti con le esigenze evangeliche, che si assumono ruoli di promozione del rispetto della vita e dell’ambiente, dell’attenzione per un’economia a misura d’uomo, per i più deboli, poveri, indifesi e oppressi della società. Spesso c’è anche il coraggio della denuncia delle violazioni della dignità umana, delle ingiustizie economiche e sociali.
La stessa vita politica del Paese e delle sue scelte non è esente dalle possibili critiche di chi appartiene alla Chiesa e che non si sente estraneo alla costruzione della ‘città terrena’ più giusta ed umana e all’impegno contro ogni forma di ingiustizia, di degrado umano e di violazione della dignità umana. E tutto ciò è ‘evangelico’ e quindi parte essenziale dell’impegno ecclesiale. La dottrina sociale della Chiesa ha fatto ormai un bel po’ di strada su questa linea. Solo che molti, in nome della laicità dello Stato, vorrebbero che la Chiesa, che per definizione è laica, cioè popolare, si limitasse a proclamare i principi, e magari anche plaudirli, ma poi sulle scelte concrete non dovrebbe dire niente, dovrebbe tacere, come se i cristiani cattolici vivessero ‘fuori della terra’ e non portassero le conseguenze delle scelte concrete politiche, economiche e sociali che toccano concretamente la vita di ognuno. Papa Francesco sta facendo la sua parte perché i problemi, solo in apparenza più profani che religiosi, non registrino le reticenze o le assenze del cristiano in rapporto al suo impegno nel mondo. La parola di Gesù riassunta nel detto “Rendete dunque a Cesare quello che è di Cesare e a Dio quello che è di Dio” richiama la nostra riflessione su questo che è uno dei problemi importanti e cruciali dei cristiani oggi. L’uomo moderno, e tanto più il cristiano, ha la profonda convinzione di avere un compito storico da svolgere sulla terra, un compito che vede possibilità sempre maggiori e che implica un impegno nel mondo in favore della promozione di ogni comunità umana in seno ad una «città secolare» sempre più fraterna. Lungi dunque dal pensare o dal voler la religione fuori dalla logica dell’Incarnazione: essa ha un apporto positivo da offrire allo stare degli uomini nel mondo e nei confronti della conservazione del mondo stesso. Responsabili dunque sia nei confronti di ‘Cesare’ e di tutto quanto questo nome comprende e sottintende, sia nei confronti di ‘Dio’ e del compito che Egli affida agli uomini.
+ Adriano Tessarollo