Nota pastorale del vescovo Adriano
per i presbiteri, i genitori che chiedono il battesimo dei figli e le comunità parrocchiali
Il battesimo dei bambini
All’inizio di questo anno pastorale ho proposto a tutta la nostra Chiesa diocesana il programma triennale che suggerisce scelte concrete su alcuni ambiti dell’azione pastorale nella nostra diocesi. Un ambito nel quale abbiamo scelto di impegnarci particolarmente è quello dell’Iniziazione Cristiana, proponendo una seria revisione del cammino attraverso il quale le famiglie e le comunità parrocchiali propongono la fede alle nuove generazioni. Tale cammino comincia col sacramento del Battesimo. Oggi la gran parte dei genitori chiede ancora il battesimo per i propri figli, e questa è cosa bella. Ma è urgente affrontare il problema di come assicurare un adeguato cammino perché questi figli possano giungere alla fede. I genitori che chiedono il Battesimo, e le comunità parrocchiali entro le quali il
Battesimo viene celebrato, hanno coscienza dell’impegno che si assumono nei riguardi di quei bambini? I genitori, i padrini, i sacerdoti e le comunità parrocchiali alimentano la grazia del Battesimo, perché questo Seme posto in loro non rimanga infruttuoso nella vita di questi piccoli, in quanto cade, come ci ricorda Gesù nella parabola del “Seminatore” (cfr. Lc 8,4-15), in un terreno non ben coltivato?
Siamo chiamati tutti ad interrogarci sulla consapevolezza che abbiamo di essere ‘Chiesa’, attraverso la quale i nuovi membri che accogliamo possano trovare sì la Grazia di Dio ma anche la necessaria accoglienza e l’adeguato accompagnamento attraverso l’azione della famiglia che educa alla fede e della comunità ecclesiale che non è solo una ‘stazione di servizio’ dove ogni tanto si va a ‘prendere qualche Sacramento’ ma una comunità di vita della quale si entra a far parte.
Il Battesimo dei bambini, porta della Fede
La festa liturgica del Battesimo del Signore mi offre l’occasione di proporre una riflessione sulla nostra abituale prassi di preparazione al Sacramento e del successivo accompagnamento del battezzato. Chiedere e dare il Battesimo ad un figlio è una scelta impegnativa per le famiglie, per i presbiteri e per le stesse comunità parrocchiali. Per i genitori la scelta del Battesimo del loro figlio è un atto di amore, è una decisione che li sollecita ad assumere la responsabilità di educatori alla fede e a sentirsi collaboratori di Dio. La famiglia resta la prima ed insostituibile comunità educante. Per i genitori l’educazione è un dovere essenziale e primario rispetto al compito educativo di altri soggetti. È tempo di pensare il Battesimo inserito in un cammino pre-battesimale e post-battesimale”, che si estenda dal tempo della nascita o meglio dell’attesa del figlio, fino ai sei anni circa. La celebrazione del Battesimo del figlio è l’evento centrale, ma c’è un prima e un dopo la celebrazione che vede i genitori destinatari diretti di ri-evangelizzazione e di catechesi per diventare capaci e responsabili dell’iniziazione ed educazione alla fede dei loro figli.
1.
“Siete disposti ad accogliere con amore i figli che Dio vorrà donarvi
e a educarli secondo la legge di Cristo e della Chiesa?”
A questa domanda voi genitori avete risposto di sì nel giorno del vostro matrimonio. Con la richiesta del battesimo voi cominciate a dare compimento a questa promessa.
Pastorale pre-battesimale.
Attesa – Nascita – Battesimo. Tempo della preparazione dei genitori all’evento della nascita e del Battesimo (4-6 mesi).
È opportuno spostare il battesimo verso i 5-6 mesi dopo la nascita per meglio preparare i genitori. L’attenzione è rivolta a loro per condividere la gioia della paternità e della maternità, per aiutarli a accogliere il figlio come dono e per motivarli alla scelta del Battesimo, al suo significato e alle conseguenti responsabilità educative. Sarebbe opportuno conoscere le madri “in attesa” e invitarle, insieme ai mariti, ad un breve incontro di preghiera con la benedizione su di loro e sul nascituro. Dopo la nascita è auspicabile un incontro dei genitori con il parroco: egli avrà modo di felicitarsi per la nascita del figlio, informare i genitori sulla loro missione, sulla modalità di preparazione al Battesimo, sul senso della scelta del padrino e della madrina e presentare ai genitori il catechista o la coppia che terrà i contatti con la famiglia.
Proposte operative
a) La preparazione dei genitori al Battesimo dovrebbe prevedere almeno 3 incontri: due in famiglia, dove il sacerdote o la coppia catechista approfondirà il senso del Battesimo e le ragioni della scelta di battezzare il figlio; un terzo incontro comunitario in parrocchia con tutti i genitori e i padrini dei battezzandi è per la presentazione del rito del Battesimo e per la preparazione spirituale dei genitori anche attraverso il sacramento della Riconciliazione.
b) È bene che la celebrazione del Battesimo avvenga sempre di domenica e che ad essa prenda parte una rappresentanza significativa della comunità.
c) A questo scopo le parrocchie fissino, secondo i numeri che si prevedono, da due a quattro/cinque celebrazioni comunitarie annuali (non di più) che diventino motivo di festa nella celebrazione domenicale principale, e offerta di una accurata e progressiva catechesi battesimale agli adulti, collegandola con la Parola di Dio della domenica corrente.
d) I battesimi si celebrino nella propria comunità di appartenenza.
Le comunità parrocchiali potrebbero porsi alcune domande per valutare il loro senso ecclesiale:
– Le celebrazioni comunitarie domenicali dei battesimi sono occasione di partecipazione, rinnovamento e approfondimento del dono di grazia che tutti abbiamo ricevuto e accolto nel nostro Battesimo?
– Partecipiamo a queste celebrazioni con la gioia di chi accoglie un nuovo membro nella sua nuova famiglia che è la parrocchia, o lo riteniamo un ‘affare privato’ che interessa solo la famiglia naturale del battezzato?
2.
“Cari genitori, chiedendo il Battesimo per il vostro figlio, voi vi impegnate a educarlo nella fede,
perché, nell’osservanza dei comandamenti, impari ad amare Dio e il prossimo, come Cristo ci ha insegnato. Siete consapevoli di questa responsabilità?”
Pastorale post-battesimale.
Tempo della formazione al senso religioso del bambino (0-3 anni).
Dopo il Battesimo è finito tutto fino all’età scolare? La fase post-battesimale sino ai 3 anni circa è il tempo di una più organica proposta di fede ai genitori, per sostenere la loro responsabilità educativa, per aiutarli a crescere nella fede e nella relazione di coppia. Fondamentale è l’atmosfera serena e rassicurante della famiglia dove regnano armonia, amore e fede. Il bambino assimila dai genitori atteggiamenti e valori e già verso i 2-3 anni si risveglia in lui il senso religioso se familiarizzato con alcuni gesti e segni religiosi.
Proposte operative
a) È consigliabile la consegna del Catechismo dei bambini da 0 a 6 anni ai genitori.
b) Occorre programmare alcuni incontri annuali (2/3) con i genitori, per sostenerli e orientarli nel loro compito di educatori cristiani e per approfondire la loro fede. Alcuni temi meritano attenzione: l’arrivo del figlio ed il cambiamento nella relazione di coppia, il significato della famiglia “chiesa domestica”, lo sviluppo del senso religioso nel bambino e la sua formazione alla preghiera.
c) È opportuno prevedere ogni anno qualche celebrazione comunitaria con genitori e bambini per un’iniziale esperienza comunitaria e festiva (nella festa della Sacra Famiglia o della Presentazione di Gesù al tempio o di San Giuseppe….).
d) In questa fase è particolarmente efficace l’azione dei catechisti che mantengono un legame con i genitori.
3.
“Con grande gioia la nostra comunità cristiana vi accoglie”
Pastorale della prima iniziazione.
Tempo della prima educazione alla fede (4-6 anni).
È questo il tempo di una prima esplicita iniziazione alla fede e alla vita cristiana. Per il bambino è l’età dei “perché”, della sua curiosità e desiderio di esplorare il mondo circostante, dell’iniziale capacità di ragionamento legata a fatti, cose ed esperienze concrete. Punto di riferimento e di identificazione sono i genitori e alcune figure significative che fanno parte della sua vita, come l’insegnante della Scuola dell’Infanzia. Per il bambino è giusto ed è bene soprattutto ciò che dicono e chiedono i genitori. Egli comincia a formarsi una sua idea di Dio: l’educazione religiosa dovrebbe favorire, attraverso un linguaggio semplice e concreto, una più esplicita relazione personale con Dio Padre e la presentazione di alcuni aspetti della vita e figura di Gesù, di alcuni personaggi ed episodi della Bibbia, come proposto nel catechismo “Lasciate che i bambini vengano a me”.
Proposte operative
a) È l’età della formazione alla preghiera, dell’apprendimento di alcune preghiere, dell’iniziale familiarità con alcuni segni cristiani della Chiesa e della liturgia, della formazione morale attraverso gesti di carità e di condivisione, segni di perdono, di accoglienza e di rispetto dell’altro, azioni di gratitudine, di sincerità, di piccole rinunce, ecc.
b) È opportuno privilegiare la catechesi familiare. È l’educazione religiosa fatta in famiglia dai genitori con la testimonianza, ma anche con la parola, non solo occasionale ma fatta di dialoghi periodici con il figlio, di racconti di qualche parabola o qualche fatto biblico concreto. In questo modo si avvia una prima evangelizzazione.
Tra i temi di riflessione con i genitori non dovrebbero mancare la preghiera in famiglia, la formazione morale del bambino, la presentazione di alcuni episodi e personaggi biblici e della vita di Gesù, la valorizzazione delle principali feste liturgiche e del giorno del Signore.
c) Allo scopo di favorire un progressivo inserimento dei fanciulli nella vita parrocchiale e un coinvolgimento della comunità, è opportuno programmare alcune specifiche celebrazioni, e nello stesso tempo favorire una progressiva partecipazione del fanciullo alla Messa domenicale cominciando magari con una “Messa delle famiglie” a scadenza mensile.
d) Sarà necessario poter disporre di un gruppo qualificato di formatori, composto possibilmente da coppie di sposi, con il compito di seguire i genitori, organizzare i loro incontri formativi, predisporre le celebrazioni comunitarie.
e) A questo scopo l’Ufficio per la pastorale catechistica e quello per la pastorale familiare sono chiamati a istituire dei corsi per la preparazione di queste figure di animazione e di mediazione.
Chioggia, 13 gennaio 2013, Festa liturgica del Battesimo del Signore
+ vescovo Adriano Tessarollo
da NUOVA SCINTILLA 1 del 6 gennaio 2013