COMMENTANDO…
Io non c’ero e se c’ero non vidi
Ascoltando quanto sta emergendo sulla vicenda delle due Banche venete, e non solo, mi vengono spontanee alcune domande. Ma da quanto tempo tutti i responsabili politici ed economici pubblici ci vanno dicendo che non c’è da preoccuparci, che le nostre Banche sono a posto, sono solide e sicure e che i risparmiatori possono stare tranquilli?
Non sapevano proprio nulla? Ma la mia domanda va ben oltre. Parto dal fatto che c’è una grande preoccupazione per la salvaguardia del posto di lavoro delle migliaia di dirigenti, consulenti e dipendenti di queste Banche, che hanno percepito sempre, chi più chi meno, i loro lauti, e per alcuni lautissimi, compensi. Ma possibile che tutta questa marea di gente non abbia mai capito o saputo niente di quanto da anni stava succedendo? E nessuno mai ha parlato?
Mi vien ora alla memoria che già quando stavo a Vicenza qualche direttore, uno in particolare, ma non solo, viveva il dramma di coscienza di fare certe proposte ai clienti che aveva l’indicazione di fare da parte dei suoi ‘preposti’. E credo che poi addirittura abbia anche rassegnato le dimissioni. Un po’ più cattivella mi sorge la domanda su quanti funzionari, dirigenti, consulenti, direttori o altro di queste Banche abbiano perduto i loro risparmi o capitali per aver fatto di quegli investimenti che proponevano ai clienti. Forse hanno portato i loro grossi risparmi altrove per tempo! Ciò significherebbe che qualcosa era noto da tempo, e non da poco tempo. Naturalmente ora, nonostante tutto questo passivo o debito che dir si voglia, sarà dovere sociale dei clienti che hanno anche perduto parte dei loro risparmi, continuare ad assicurare stipendi, liquidazioni, prepensionamenti e quant’altro. Magari questi hanno al sicuro gruzzoli non piccoli, spesso molto più grossi dei loro clienti o dei contribuenti cui è richiesto di intervenire con le loro tasse.
Pensiamo al prezzo pagato da quegli imprenditori piccoli o grandi che hanno perso l’azienda perché la Banca ha negato loro i prestiti, o a quelli che hanno perso la casa perché la Banca l’ha pignorata e venduta all’asta, o a quanti, anche qui in Veneto, hanno perso la vita per la disperazione di essere finiti nel lastrico, non solo per loro colpa. So che il discorso è duro, ma la cosa merita una seria e veritiera riflessione e assunzione di responsabilità.
+ Adriano Tessarollo
Nuova Scintilla n.26 – 2 luglio 2017